lunedì 10 novembre 2014

IL COLLIE AMERICANO - Il perché di questa scelta

Patrizia e Penny - 1967

Gli allevatori (Rose River Collies) della nostra Aline, in Germania , insieme ad altri appassionati di vari paesi nord-europei, hanno fondato un’ associazione: l’“American Collies Europa”, la cui mission, oltre ad organizzare eventi per vacanze, uscite, sport e tempo libero con i nostri amici a 4 zampe, è quella di preservare e promuovere il Collie Americano in Europa, attraverso l’allevamento della razza originale del AKC (American Kennel Club). 
Per questo fine è stata anche costituita una Commissione con lo scopo di monitorare costantemente gli obiettivi e l’attività degli allevatori.

Ci è stato chiesto di essere i referenti per l’Italia dell’”American Collies Europa” e noi abbiamo accettato con entusiasmo, perché riteniamo che sia un cane con grandi qualità e che si possa ben adattare alle esigenze di molte famiglie anche in Italia. Ed inoltre abbiamo un legame “storico” con questo cane.

Infatti quando nel 2012, dopo qualche mese dall’arrivo in famiglia di Miki, meticcio preso dal canile all’età di 5 anni, con alle spalle una storia di maltrattamenti pesanti, decidemmo di prendere un cucciolo, ci ponemmo la domanda su che tipo di cane avremmo voluto, quali caratteristiche avrebbe dovuto avere, non solo estetiche, ma soprattutto caratteriali.

Claudia mi aveva parlato di un cane bianco nella sua infanzia (anni 70’), con il quale giocava e di cui aveva un ricordo bellissimo, riguardo al carattere e anche all’estetica.
Il cane era di uno zio, che aveva svolto il servizio militare nella marina; distaccato per lungo tempo negli Stati Uniti, era tornato in Italia portando con se questo animale, preso proprio li, in America.
Incuriosito cercai di informarmi sulla razza di questo cane. Lo zio e i genitori di Claudia non c’erano più, così chiesi a sua sorella Patrizia, più grande di lei di 9 anni. 
Si ricordava che fosse un Collie bianco di nome Penny.
“Un Collie bianco?!!..., non è possibile, si sta sbagliando”, pensai io.
Di Collie già se ne vedono pochi, poi bianchi io non ne avevo mai visti e nemmeno ne avevo mai sentito parlare.
Ma lei era sicura.
Lassie
Così feci quello che si fa in questi casi: accedere ad internet, e dopo avere digitato “Collie
bianco”, come parole chiave nel motore di ricerca, vidi con stupore che c’erano alcune informazioni ed immagini a riguardo.

Approfondendo le ricerche, scoprii molte cose che non conoscevo su questa razza, ma la cosa che mi colpii di più, fu che lo standard ufficiale decretato dalla F.C.I. (Federazione Cinologica Internazionale) ha notevolmente modificato le caratteristiche morfologiche ma soprattutto caratteriali, di quello che nell’immaginario collettivo, fino alla mia generazione, era “Lassie” (foto b/n tratte da film anni ’50): un cane piuttosto rustico, molto equilibrato, con alta vocazione al lavoro, date le sue origini di conduttore di greggi nelle brughiere scozzesi, con un profilo agile e longilineo che deriva dalle origini comuni con il borzoi (levriero russo) e con un manto importante ben adattato a climi rigidi e ventosi, ma non esagerato, trasformandolo in un cane da compagnia, un po’ timido, con nessuna propensione al lavoro, più basso e meno longilineo, con il muso più corto dotato di stop ed una diversa espressione degli occhi e con un manto molto più lungo, che seppure bellissimo, è evidentemente non adatto ad un cane da lavoro.

Continuando le mie ricerche scoprii che nel nord Europa, e parlo di Danimarca, Finlandia, Svezia, Germania e qualcosa in Svizzera, esistono numerosi allevamenti di appassionati del Collie “originale” che non seguono lo standard F.C.I. per mantenere integre le caratteristiche ataviche della razza. 
I capostipiti di questi allevamenti provengono direttamente dagli Stati Uniti, dove il Collie è arrivato al seguito dei coloni scozzesi emigrati nel nuovo mondo, ed ha mantenuto praticamente intatte le sue peculiarità d’origine.
Nel 1977 l’ A.K.C. (American Kennel Club) ha codificato e riconosciuto lo standard di razza basandosi appunto su tali caratteristiche, che differiscono sostanzialmente dallo standard F.C.I. 
Caratteristiche che corrispondevano perfettamente a quelle che noi cercavamo. Decidemmo così che il nostro cucciolo sarebbe stato un Collie Americano femmina, possibilmente bianco. 

Il passo successivo fu quello di cercare un allevamento nel quale trasparisse soprattutto il rispetto e l’amore degli allevatori verso i propri cani, oltre che la competenza cinofila. 
Così dopo aver vagliato numerosi allevamenti, prendemmo contatto via mail con Bernd e Beate Rosenbach di “Rose River Collies” , allevamento che si trova ad Erftstadt, cittadina tedesca non molto lontana dal confine con il Belgio.

Non voglio entrare nel merito delle loro capacità, della passione e dell’amore con i quali allevano i cuccioli, ma sono convinto che non avremmo potuto fare scelta migliore rivolgendoci a loro. 
Basta dare velocemente un occhiata al loro sito web, per rendersi conto di quanto siano bravi e di quanta passione, competenza e amore mettano nella loro attività di allevatori. 
Dopo esserci ben conosciuti attraverso una lunga corrispondenza via e-mail, ed avere atteso molti mesi (fanno una cucciolata ogni uno/due anni), nel febbraio del 2013, Alaska mise al mondo 10 splendidi cuccioli, di cui 7 del classico color sabbia e 3 bianchi di cui soltanto una femmina.
Avendo già Miki, un cagnolino dal profilo molto basso, dato dal suo difficile passato, avevamo bisogno che la nuova arrivata fosse una cagnetta molto sicura con una certa personalità, in modo che una volta cresciuta avrebbe potuto fare da traino per Miki, essere per lui una guida.
Così i Rosenbach, sentite le nostre esigenze, dopo aver valutato i cuccioli nelle prime 5/6 settimane di vita, ci consigliarono di scegliere Blossom of hope (nome da pedigree), che non era quella bianca.
Noi accettammo volentieri il consiglio perché prima dell’estetica ci sono cose più importanti e all’inizio di aprile 2013 partimmo in camper alla volta di Erftstadt, io, Claudia, mio figlio Gabriele e Miki.

La nostra partenza per Erfstadt

La nostra Aline
Fu un’esperienza meravigliosa, al termine della quale la nostra famigliola era aumentata: era finalmente arrivata Aline (Blossom of Hope). 

Tornando allo standard, la differenza tra “Lassie” (Collie Americano) ed il Collie “europeo” (standard F.C.I.) balza netta, anche agli occhi di un neofita. Sono due cani diversi, tutti e due a mio avviso molto belli, ma diversi nella forma e nel carattere.

Collie Americano
Ho massimo rispetto e ammirazione per coloro che allevano con amore e passione il Collie, seguendo giustamente lo standard ufficiale F.C.I., se non lo facessero non avrebbero riscontri alle esposizione e magari prediligono questa nuova versione rispetto a quella originale. Ma il Collie Americano esiste e c’è da prima, molte persone lo preferiscono a quello "europeo". 

Dagli anni ‘70 ad oggi sono state riconosciute dalla F.C.I. oltre 60 nuove razze, credo che non ci sarebbe nulla di sbagliato se per il Collie venissero riconosciute due varietà: Collie Europeo con lo standard F.C.I. attuale e Collie Americano seguendo lo standard dell’A.K.C., così da consentire la diffusione di quest’ultimo anche in paesi come l’Italia, dov’è introvabile. In questo modo chi ama il Collie e preferisce un cane più tranquillo potrebbe continuare ad orientarsi verso il Collie Europeo, mentre invece chi è appassionato del Collie ma preferisce un cane più reattivo e dinamico avrebbe la possibilità di acquistare un Collie Americano senza dover fare 1400 chilometri come ho dovuto fare io.

Collie Americano
Dimenticavo… lo standard dell’A.K.C. prevede anche il colore bianco, mentre lo standard F.C.I. non lo riconosce. È per questo che non avevo mai visto un Collie bianco.

Perugia, 10.11.2014


Massimiliano Frate