lunedì 10 novembre 2014

IL COLLIE AMERICANO - Il perché di questa scelta

Patrizia e Penny - 1967

Gli allevatori (Rose River Collies) della nostra Aline, in Germania , insieme ad altri appassionati di vari paesi nord-europei, hanno fondato un’ associazione: l’“American Collies Europa”, la cui mission, oltre ad organizzare eventi per vacanze, uscite, sport e tempo libero con i nostri amici a 4 zampe, è quella di preservare e promuovere il Collie Americano in Europa, attraverso l’allevamento della razza originale del AKC (American Kennel Club). 
Per questo fine è stata anche costituita una Commissione con lo scopo di monitorare costantemente gli obiettivi e l’attività degli allevatori.

Ci è stato chiesto di essere i referenti per l’Italia dell’”American Collies Europa” e noi abbiamo accettato con entusiasmo, perché riteniamo che sia un cane con grandi qualità e che si possa ben adattare alle esigenze di molte famiglie anche in Italia. Ed inoltre abbiamo un legame “storico” con questo cane.

Infatti quando nel 2012, dopo qualche mese dall’arrivo in famiglia di Miki, meticcio preso dal canile all’età di 5 anni, con alle spalle una storia di maltrattamenti pesanti, decidemmo di prendere un cucciolo, ci ponemmo la domanda su che tipo di cane avremmo voluto, quali caratteristiche avrebbe dovuto avere, non solo estetiche, ma soprattutto caratteriali.

Claudia mi aveva parlato di un cane bianco nella sua infanzia (anni 70’), con il quale giocava e di cui aveva un ricordo bellissimo, riguardo al carattere e anche all’estetica.
Il cane era di uno zio, che aveva svolto il servizio militare nella marina; distaccato per lungo tempo negli Stati Uniti, era tornato in Italia portando con se questo animale, preso proprio li, in America.
Incuriosito cercai di informarmi sulla razza di questo cane. Lo zio e i genitori di Claudia non c’erano più, così chiesi a sua sorella Patrizia, più grande di lei di 9 anni. 
Si ricordava che fosse un Collie bianco di nome Penny.
“Un Collie bianco?!!..., non è possibile, si sta sbagliando”, pensai io.
Di Collie già se ne vedono pochi, poi bianchi io non ne avevo mai visti e nemmeno ne avevo mai sentito parlare.
Ma lei era sicura.
Lassie
Così feci quello che si fa in questi casi: accedere ad internet, e dopo avere digitato “Collie
bianco”, come parole chiave nel motore di ricerca, vidi con stupore che c’erano alcune informazioni ed immagini a riguardo.

Approfondendo le ricerche, scoprii molte cose che non conoscevo su questa razza, ma la cosa che mi colpii di più, fu che lo standard ufficiale decretato dalla F.C.I. (Federazione Cinologica Internazionale) ha notevolmente modificato le caratteristiche morfologiche ma soprattutto caratteriali, di quello che nell’immaginario collettivo, fino alla mia generazione, era “Lassie” (foto b/n tratte da film anni ’50): un cane piuttosto rustico, molto equilibrato, con alta vocazione al lavoro, date le sue origini di conduttore di greggi nelle brughiere scozzesi, con un profilo agile e longilineo che deriva dalle origini comuni con il borzoi (levriero russo) e con un manto importante ben adattato a climi rigidi e ventosi, ma non esagerato, trasformandolo in un cane da compagnia, un po’ timido, con nessuna propensione al lavoro, più basso e meno longilineo, con il muso più corto dotato di stop ed una diversa espressione degli occhi e con un manto molto più lungo, che seppure bellissimo, è evidentemente non adatto ad un cane da lavoro.

Continuando le mie ricerche scoprii che nel nord Europa, e parlo di Danimarca, Finlandia, Svezia, Germania e qualcosa in Svizzera, esistono numerosi allevamenti di appassionati del Collie “originale” che non seguono lo standard F.C.I. per mantenere integre le caratteristiche ataviche della razza. 
I capostipiti di questi allevamenti provengono direttamente dagli Stati Uniti, dove il Collie è arrivato al seguito dei coloni scozzesi emigrati nel nuovo mondo, ed ha mantenuto praticamente intatte le sue peculiarità d’origine.
Nel 1977 l’ A.K.C. (American Kennel Club) ha codificato e riconosciuto lo standard di razza basandosi appunto su tali caratteristiche, che differiscono sostanzialmente dallo standard F.C.I. 
Caratteristiche che corrispondevano perfettamente a quelle che noi cercavamo. Decidemmo così che il nostro cucciolo sarebbe stato un Collie Americano femmina, possibilmente bianco. 

Il passo successivo fu quello di cercare un allevamento nel quale trasparisse soprattutto il rispetto e l’amore degli allevatori verso i propri cani, oltre che la competenza cinofila. 
Così dopo aver vagliato numerosi allevamenti, prendemmo contatto via mail con Bernd e Beate Rosenbach di “Rose River Collies” , allevamento che si trova ad Erftstadt, cittadina tedesca non molto lontana dal confine con il Belgio.

Non voglio entrare nel merito delle loro capacità, della passione e dell’amore con i quali allevano i cuccioli, ma sono convinto che non avremmo potuto fare scelta migliore rivolgendoci a loro. 
Basta dare velocemente un occhiata al loro sito web, per rendersi conto di quanto siano bravi e di quanta passione, competenza e amore mettano nella loro attività di allevatori. 
Dopo esserci ben conosciuti attraverso una lunga corrispondenza via e-mail, ed avere atteso molti mesi (fanno una cucciolata ogni uno/due anni), nel febbraio del 2013, Alaska mise al mondo 10 splendidi cuccioli, di cui 7 del classico color sabbia e 3 bianchi di cui soltanto una femmina.
Avendo già Miki, un cagnolino dal profilo molto basso, dato dal suo difficile passato, avevamo bisogno che la nuova arrivata fosse una cagnetta molto sicura con una certa personalità, in modo che una volta cresciuta avrebbe potuto fare da traino per Miki, essere per lui una guida.
Così i Rosenbach, sentite le nostre esigenze, dopo aver valutato i cuccioli nelle prime 5/6 settimane di vita, ci consigliarono di scegliere Blossom of hope (nome da pedigree), che non era quella bianca.
Noi accettammo volentieri il consiglio perché prima dell’estetica ci sono cose più importanti e all’inizio di aprile 2013 partimmo in camper alla volta di Erftstadt, io, Claudia, mio figlio Gabriele e Miki.

La nostra partenza per Erfstadt

La nostra Aline
Fu un’esperienza meravigliosa, al termine della quale la nostra famigliola era aumentata: era finalmente arrivata Aline (Blossom of Hope). 

Tornando allo standard, la differenza tra “Lassie” (Collie Americano) ed il Collie “europeo” (standard F.C.I.) balza netta, anche agli occhi di un neofita. Sono due cani diversi, tutti e due a mio avviso molto belli, ma diversi nella forma e nel carattere.

Collie Americano
Ho massimo rispetto e ammirazione per coloro che allevano con amore e passione il Collie, seguendo giustamente lo standard ufficiale F.C.I., se non lo facessero non avrebbero riscontri alle esposizione e magari prediligono questa nuova versione rispetto a quella originale. Ma il Collie Americano esiste e c’è da prima, molte persone lo preferiscono a quello "europeo". 

Dagli anni ‘70 ad oggi sono state riconosciute dalla F.C.I. oltre 60 nuove razze, credo che non ci sarebbe nulla di sbagliato se per il Collie venissero riconosciute due varietà: Collie Europeo con lo standard F.C.I. attuale e Collie Americano seguendo lo standard dell’A.K.C., così da consentire la diffusione di quest’ultimo anche in paesi come l’Italia, dov’è introvabile. In questo modo chi ama il Collie e preferisce un cane più tranquillo potrebbe continuare ad orientarsi verso il Collie Europeo, mentre invece chi è appassionato del Collie ma preferisce un cane più reattivo e dinamico avrebbe la possibilità di acquistare un Collie Americano senza dover fare 1400 chilometri come ho dovuto fare io.

Collie Americano
Dimenticavo… lo standard dell’A.K.C. prevede anche il colore bianco, mentre lo standard F.C.I. non lo riconosce. È per questo che non avevo mai visto un Collie bianco.

Perugia, 10.11.2014


Massimiliano Frate

mercoledì 28 agosto 2013

Cani con e senza guinzaglio nei parchi pubblici


Vorrei raccontare un episodio accaduto proprio questa mattina. 
Passeggiando al parco con la nostra Aline (razza Collie) al guinzaglio, all'improvviso veniamo raggiunte alle nostre spalle, alla velocità della luce, da una coppia di Chiwawa (libera) che abbaiando a più non posso approccia Aline senza darle tempo di accorgersi della loro presenza così fulminea e ravvicinata e capire cosa stesse accadendo. 

Aline si gira di scatto, e molto tranquillamente come è sua consuetudine, li guarda e li annusa mentre loro la accerchiano con fare concitato e poco amichevole e uno dei due continua ad abbaiarle insistentemente.
Dopo un paio di minuti, o forse più, ci raggiunge la padrona dei due piccoli cani, che inizia a rimproverarli…"stupidi... andiamo scemi, siete i soliti tremendi.... stupidi!! "  
E se ne vanno tutti insieme.....

Di fianco a noi, una ragazza che spinge un passeggino e che ha assistito alla scena, commenta....."che brava...che brava, riferendosi ad Aline... se fosse successo a me, con i miei cani, la situazione sarebbe potuta degenerare... ecco perché non posso più portarli in questi contesti.
Purtroppo anche se io li tengo sempre al guinzaglio, c'è sempre qualche cane libero che si approccia come in questo caso in modo irruente e scorretto, ed essendo i miei di grossa taglia e piuttosto reattivi per paura di fronte ad una minaccia, per evitare problemi mi trovo costretta a tenerli in giardino.

Quindi mi chiedo: è giusto negare la possibilità a tutti i cani di poter passeggiare al guinzaglio vicino al proprio padrone? Non tutti i cani hanno avuto lo stesso passato, alcuni sono più paurosi, altri diffidenti verso cani o persone estranee, altri magari stanno uscendo da storie di maltrattamenti... quindi perchè per colpe non a loro attribuibili dobbiamo relegarli in casa o in giardino a vita per paura che reagiscano male a certe situazioni? Così peggioriamo solo la loro insicurezza.

Questo scenario non è un caso isolato, è un problema comune a molti proprietari di cani.
Un incontro del genere può essere destabilizzante anche per un cane tranquillo.

In questo parco, grande, e molto frequentato anche da bambini (teatro di svariate zuffe tra cani e discussioni animate tra proprietari di cani e non), ci sono decine di cartelli che ci ricordano l'obbligo di condurre i cani al guinzaglio e c'è anche a disposizione un'ampia area recintata dove poterli fare correre, giocare e socializzare liberamente. 
La taglia del cane, solo perchè è "piccola" non giustifica il fatto di poterlo lasciare scorrazzare in aree dove ciò non è permesso perchè i pericoli, anche per lui stesso, sono sempre in agguato. Anche un cane di piccola taglia, se corre in linea retta, frontalmente abbaiando verso un altro cane può essere interpretato da quest'ultimo come una minaccia ed innescare reazioni spiacevoli.

Ricordiamoci che un incontro tra un cane libero ed un cane al guinzaglio non sarà mai un incontro ad armi pari.

Provate un pò a pensare.... se qualcuno corresse verso di voi urlando e con fare minaccioso e voi foste legati ed impossibilitati a scappare, quale sarebbe la vostra reazione?  Fuga, ma non potreste..... quindi difesa tramite l'attacco. Vi piacerebbe trovarvi in questa situazione?

Ma al di là dell'obbligo della condotta al guinzaglio, mi domando, in primo luogo, perché mettere in pericolo i nostri fedeli amici, a maggior ragione se sappiamo che non sono corretti, dandoli direttamente in "pasto" a qualche cane che spaventato da questo approccio scorretto sentendosi minacciato per difendersi potrebbe dare inizio ad una zuffa, secondariamente, perchè non rispettare bambini e persone al parco che li temono.
Chi lascia i propri cani (non socializzati e che non rispondono ad un solo  richiamo del proprietario) liberi in luoghi così frequentati rischia davvero grosso, ci sono persone che fanno Jogging, bambini piccoli in bicicletta o nel passeggino, insomma, le probabilità di trasformare una bella giornata in una odissea sono sempre in agguato.

Tutti noi vorremmo poter vedere il nostro fedele amico correre e camminare libero in un bel parco, ma ricordiamoci che viviamo in una società nella quale tutti dovremmo godere degli stessi diritti, nel pieno rispetto del prossimo. Se tutti noi proprietari di cani in questi contesti non utilizzassimo il guinzaglio.... beh... non oso immaginare il caos.... e che jungla!

Quindi prima di tutto... educhiamo e socializziamo bene i nostri cani fin da cuccioli, un cane educato, corretto ed equilibrato è un cane SERENO e LIBERO e ricordiamoci sempre che dal primo giorno in cui il nostro amico entra a fare parte della nostra famiglia ne siamo responsabili, in tutto e per tutto.

Altro discorso importante che merita sicuramente un approfondimento riguarda la raccolta degli escrementi ma di questo parleremo in uno dei prossimi articoli! 


mercoledì 31 luglio 2013

Viaggi in camper con il tuo cane? Ecco cosa devi sapere...



Alcune regole importanti da rispettare per affrontare il viaggio serenamente.

1) Attenzione, non tutti i campeggi accettano i cani, quindi prima di partire informati bene.

2) Se per il tuo amico a quattro zampe è il primo viaggio, inizia ad abituarlo gradualmente portandolo sul camper a motore spento e lasciandogli il tempo di esplorare il nuovo ambiente in tutta tranquillità senza forzature.
Se ne hai la possibilità inizia qualche giorno prima della partenza rimanendo sul camper (mentre ad esempio lo "allestisci" per la partenza) insieme a lui.
Quando accendi il motore per la prima volta verifica la reazione del cane.  Se noti che ne è un pochino impaurito tranquillizzalo associando questo momento a qualcosa di positivo, distrailo ad esempio con un gioco a lui tanto gradito.

3) Individua un angolino tranquillo dove posizionare il suo trasportino o la sua cuccia con qualche coperta che ha già usato in precedenza, per farlo sentire a “casa”
Accertati inoltre che nelle curve o nei cambi di pendenza non oscilli.

4) Se il cane è molto vivace impediscigli l'accesso al vano guida attraverso una rete. 
Le disposizioni del Codice della Strada per chi viaggia in camper sono le stesse di quelle per chi viaggia in auto e sono disciplinate dall'articolo 169. 
(Art.169: Sui veicoli diversi da quelli autorizzati a norma dell'art. 38 del decreto del Presidente della Repubblica 8 febbraio 1954, n. 320 , è vietato il trasporto di animali domestici in numero superiore a uno e comunque in condizioni da costituire impedimento o pericolo per la guida. È consentito il trasporto di soli animali domestici, anche in numero superiore, purché custoditi in apposita gabbia o contenitore o nel vano posteriore al posto di guida appositamente diviso da rete od altro analogo mezzo idoneo che, se installati in via permanente, devono essere autorizzati dal competente ufficio del Dipartimento per i trasporti terrestri (876).

5) Non appena si è tranquillizzato inizia a spostarti lentamente. Il camper è piuttosto rumoroso e questo potrebbe essere fonte di paure e stress. Per abituarlo, inizia con piccolissimi spostamenti prima di affrontare la vera partenza.

6) Non somministrargli cibo subito prima della partenza perché potrebbe stare male.

7) Fai parecchie soste scendendo con lui al guinzaglio dal camper, possibilmente distante da luoghi affollati in modo che si rilassi e possa abbeverarsi.     (ricordati sempre i sacchettini igienici!!!)

8) Non lasciare il tuo cane all'interno del camper sotto al sole!!! anche se l'ambiente è più spazioso di quello di un auto, si surriscalda velocemente. Eventualmente, se devi assentarti, ma solo per pochissimi minuti, posteggia in un luogo fresco ed ombreggiato ed accertati che vi sia abbondante ventilazione.

9) Nel campeggio i cani vanno tenuti al guinzaglio per evitare che "infastidiscano" i vicini.
Lasciagli vicino sempre una ciotola con acqua fresca e non lasciarlo fuori da solo in tua assenza. 

10) Quando parti per una vacanza col tuo cane lasciagli sempre un collare con medaglietta con incisi i tuoi recapiti per agevolare il suo ritrovamento anche se il cane è dotato di microchip.

Inoltre NON DIMENTICARTI DI PORTARE CON TE:

- un kit di pronto soccorso contenente almeno, pinza per zecche, disinfettante, bende o garze e nastro adesivo da garza, cerotti grandi, ghiaccio istantaneo, pomata antisettica e antibiotica, guanti monouso.

- la museruola, con la quale avrà preso preventivamente confidenza in modo graduale (è obbligatoria ad esempio se devi servirti di un mezzo pubblico, ma non solo..)

- una ciotola da viaggio per l'acqua da portare sempre in borsa (ne esistono di molto pratiche anche in plastica ripiegabile che non occupano spazio)

- libretto e passaporto del cane (ovviamente informarsi per tempo sulle vaccinazioni obbligatorie richieste dal paese che visiterai)


NON FERMIAMOCI ALLE APPARENZE



Mi sono imbattuto in questo video e non ho potuto fare a meno di sorridere vedendolo, come credo faccia sorridere chiunque lo guardi per la prima volta.
Poi mi sono fermato un po’ a pensare quali implicazioni potrebbe avere per i due protagonisti una situazione del genere.
Dal mio punto di vista i cani non amano di certo mangiare in quel modo, per loro è una cosa contro natura. Ma penso che se alle loro spalle, dentro i maglioni, ci sono i rispettivi proprietari con i quali esiste una buona relazione, tutto ciò che si vede nel video non può danneggiarli, se non nella loro dignità di animali discendenti diretti dal nobile lupo.
Si adattano a farlo perché glielo chiedono i loro “umani”, ma certamente non si divertono, così come non si divertono quando li portiamo con noi al mercato o alla festa del paese in mezzo a centinaia di gambe, oppure mentre prendiamo un aperitivo in un locale magari con musica ad alto volume, mostrando anche un certo piglio di orgoglio per l’educazione e la bellezza del nostro cane.
Però questi contesti fanno ormai parte della vita di tutti i giorni e può capitare di dover coinvolgere i nostri amici a quattro zampe in situazioni del genere.
Io credo che se siamo stati in grado di instaurare una buona relazione con il nostro cane, e se siamo capaci di assolvere quotidianamente ai suoi bisogni, non solo fisiologici ma anche di sicurezza, appartenenza, accreditamento e varietà, egli possa sopportare simili situazioni, senza subirne traumi o nocumento di alcun genere, purché episodi come quelli che ho appena descritto costituiscano l’eccezione e non la regola.
Inoltre anche a noi “umani responsabili” capita a volte di dover fare qualcosa contro voglia per il nostro amico: per esempio portarlo fuori quando piove forte o quando nevica o rinunciare ad un evento a cui teniamo particolarmente perchè non possiamo lasciarlo tutto il giorno in casa da solo….. ma lo facciamo perché lo amiamo e lui fa altrettanto per noi.
Insomma credo che in ogni rapporto debba esserci reciprocità, sia nel dare che nel prendere, così anche nel rapporto uomo cane vale questa regola, ma l’importante è pensare bene a ciò che si fa senza fermarsi ad una visione superficiale delle cose.
In qualità di esseri dotati di maggiore intelligenza (e questo a volte è da vedere) abbiamo il dovere di scegliere con consapevolezza tutto quello che facciamo fare al nostro cane.

lunedì 15 luglio 2013

LA NOSTRA CONSULENZA PRE-ADOZIONE E' GRATUITA


L'importanza della consapevolezza nella scelta del cane

Se decidiamo di condividere la nostra vita con un cane dobbiamo ponderare attentamente la scelta della razza.
La razza ci fornisce importanti parametri sulle attitudini e sulle caratteristiche di base anche se, ricordiamolo, l'ambiente e il vissuto ne influenzano notevolmente il carattere.
Ogni cane è un mondo a sé e faremmo bene a chiarirci preventivamente le idee sulla qualità di vita che potremmo offrirgli affinché si possa convivere tutti serenamente e piacevolmente.
Sarebbe bene conoscere anche il carattere della madre che durante l'allattamento condiziona sicuramente il carattere del cucciolo e accertarsi inoltre che il cucciolo non venga separato troppo presto dalla mamma (minimo 60 giorni).
Inoltre non dobbiamo farci ingannare dalla taglia.
Alcune razze di taglia molto piccola necessitano di molta più attività fisica di altre di taglia molto più grande, che al contrario risultano essere più sedentarie e maggiormente adatte ad una vita in appartamento.
Se non soddisfiamo le loro esigenze andremo sicuramente incontro a seri problemi derivanti appunto dal disagio dell'animale, che sfogherà i suoi istinti repressi in qualche attività a noi poco gradita con grande frustrazione.
Non pensiamo nemmeno che relegare un cane in un giardino 24 ore su 24 possa essere la soluzione alla nostra mancanza di tempo. Ricordiamo che il cane è un animale "sociale" e necessita di stimoli quotidiani, dal più piccolo al più grande, di socializzare ed esplorare l'ambiente esterno.
Interroghiamoci quindi su quali sono le nostre abitudini e le nostre esigenze e NON lasciamoci condizionare solo dall'estetica o dalle "mode".
Anche nel caso in cui l'intenzione fosse quella di adottare un cane dal canile fate attenzione a non farvi intenerire subito dal primo musetto che vi guarda con occhioni tristi attraverso le sbarre.
Non tutti i cani sono adatti a tutti e per evitare di riportare il cane al canile una volta adottato, perché vi rendete conto di non riuscire a gestirlo, ponderate attentamente a priori e magari con l'aiuto di un esperto, la situazione. 

La nostra consulenza pre adozione è gratuita, chiamaci!!

giovedì 11 luglio 2013

Uso della pettorina_Turid Rugaas



Quanto è importante l'utilizzo di questo strumento nella conduzione del nostro amico!
Le motivazioni spiegate in modo chiaro e dettagliato dall'esperta cinofila Turid Rugaas dovrebbero fare riflettere tutti coloro che sono ancora scettici nel fare indossare la pettorina al proprio cane.

Rapporto cani e bambini


La scelta di condividere le nostre vite con un cane è scaturita anche dalla presenza di mio figlio. 
Ma non, come tutti potrebbero pensare, perché egli ne desiderasse uno, al contrario perché ne era intimorito e dimostrava quasi disgusto nell'approccio tattile.
La scelta è stata un successo, ora Gabriele non può stare senza di loro e li vive, con le dovute attenzioni, come fossero altri "bambini".
Il tutto è avvenuto senza forzature con la convinzione da parte mia, che aiutando mio figlio ad aprirsi verso un'altra specie, indirettamente l'avrei aiutato anche ad aprirsi verso il mondo considerando il "diverso" non come tale ma come arricchimento. 
Pertanto consiglierei a tutti i genitori di spogliarsi dei loro pregiudizi nei confronti dei cani e del loro rapporto con i nostri figli, insegnando, qualora non fosse possibile o non si volesse adottarne uno, il rispetto ed il corretto approccio verso questi nostri fedeli amici.
Massimiliano

Una delle nostre "missioni" è anche questa: insegnare ai bambini ed ai loro genitori l'approccio corretto con i cani che incontriamo nei nostri parchi ma anche in un ottica di adozione dell'animale all'interno della famiglia.

Quante volte ci è capitato di incontrare bambini nei parchi terrorizzati dall'idea di essere avvicinati da un cane, anche piccolino.
Nella maggior parte di queste situazioni, abbiamo notato essere i rispettivi genitori a creare tale disagio nei figli con frasi del tipo "Attento il cane morde, il cane ti fa cadere, non toccare il cane che è sporco".
Ed ecco che i bambini, alla prima occasione, si trovano impreparati ad interagire con il cane causando di conseguenza spiacevoli situazioni e provocando reazioni indesiderate da parte dell'animale che si sente minacciato.
La figura del genitore è invece fondamentale, sia per insegnare ai figli un approccio corretto verso il cane affinché il rapporto non rappresenti un pericolo per il bambino stesso, sia per tutelare il benessere dell'animale.
Trasmettere tranquillità al bambino nell'approccio è molto importante! 
Perché quindi non avvicinarlo fin dalla tenerissima età a questo mondo a lui sconosciuto attraverso la visione di film o cartoni animati in cui i protagonisti di belle storie sono proprio loro: i nostri amici pelosi.  
Successivamente potremo poi iniziare un graduale avvicinamento con un cucciolo o un cane ben equilibrato e socializzato con i bambini, senza però mai forzare l'interazione. 

Per un corretto approccio al cane sconosciuto da parte del bambino esistono comunque regole da rispettare, alcune molto importanti e ne citiamo di seguito alcune:
  • Spieghiamo preventivamente al bambino che non ha tra le mani un giocattolo ma un essere vivente al quale dobbiamo portare assoluto rispetto. In tal modo favoriremo la nascita del senso di responsabilità verso il mondo animale
  • Spieghiamo che i cani (per il loro istinto predatorio e/o giocoso) rincorrono quasi sempre tutto ciò che si muove pertanto se scappiamo loro ci inseguono, viceversa se ci fermiamo e non li consideriamo siamo molto meno interessanti ai loro occhi.
  • Insegnare al bambino i "segnali" che il cane emette durante l'approccio 
  • Se vogliamo interagire con un cane, non rincorrerlo mai, ma farsi avvicinare spontaneamente da lui evitando movimenti bruschi e urla
  • Non fissarlo in modo prolungato negli occhi
  • Non piegarsi sul cane per accarezzarlo ma tenere una posizione più "laterale" rispetto al cane
  • Allungare molto delicatamente una mano aperta sotto al muso del cane per farci annusare, senza accarezzarlo sulla testa, ma sotto o ai lati del collo (esistono parti del corpo più o meno sensibili alle manipolazioni)
  • Non stuzzicare il cane prendendolo per la coda o per le orecchie
  • Non abbracciare mai un cane sconosciuto. Anche se per noi l'intenzione è amichevole e ricca di affetto per il cane è qualcosa di competitivo, conflittuale e stressante.
Ricordatevi che rispettare i tempi dei nostri figli è tassativo.
Ascoltiamoli e non costringiamoli ad interagire se non si sentono pronti.